io....Cristoforo Cristofani
 
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la Voce di Lucca
 
Sono sempre grato a coloro che mi fanno partecipe delle loro opinioni e rispondono con un commento a quanto scrivo.
L'unica cosa che chiedo è il rispetto della Buona Educazione. Pena è la non pubblicazione del commento.
Grazie
 
01/04/2009 alle ore 18.10.44
Quale futuro ?
Acoltando la radio ho sentito che a Milano - non ricordo esattamente dove - è stata scritto su un muro: 'Non esistono più quei bei futuri che c'erano una volta ...' Lì per lì mi ha fatto sorridere come a volte capita quando si leggono sui muri frasi che, pur nella inciviltà dell'imbrattamento, colgono nel segno dello
stato d'animo della gente e della situazione del momento (epico per esempio quello che parecchi anni fa, in Via Roma ricordava che 'aumenta tutto anche la miseria' e che a tutt'oggi è più che mai attuale), ma questo messaggio mi ha profondamente colpito e fatto riflettere più di altri che a volte leggiamo.

Già quale futuro ?
Quando avevo, diciamo vent'anni, (inizio anni '70) e con gli amici parlavamo di cosa avremmo fatto della nostra vita, ricordo che ognuno di noi aveva un ampio ventaglio di sogni ed aspettative e tutti realmente possibili da realizzare. Le professioni (avvocato, medico, architetto e/o ingegnere, erano le più gettonate) o l'impresa. Molti di noi avevano un'attività di famiglia da coltivare ed un (presunto) futuro già pianificato, per nascita, dalla vita.
Molti di quei sogni si sono poi avverati perché il sistema economico e sociale dell'epoca ha permesso che ciò avvenisse. L'economia cresceva, c'era bisogno di nuovi professionisti che aiutassero la crescita del paese (o della città) ed il lavoro, per chi aveva capito che la preparazione era basilare, si trovava abbastanza facilmente. Poi c'erano pochi professionisti che si opponevano alla concorrenza dei giovani e tutto filava liscio. Esisteva, quindi, un modello di società che premiava lo studio e la professionalità dei giovani secondo un automatismo che diceva, più o meno, 'se sei bravo la tua via la trovi'. I giovani di oggi non hanno più - e neanche conoscono - un automatismo del genere. Quanti giovani trovano lavoro velocemente, se lo trovano, dopo la laurea ? e quanti di essi poi lavoreranno per quello hanno studiato (laureati in medicina che fanno i 'rappresentanti' di farmaci; ingegneri che insegnano matematica od altro; laureati in legge che entrano in banca, ecc...) ? Per chi termina il corso di studi prima, al diploma, il percorso è analogo con la peggior prospettiva di tempi ancor più lunghi per l'inserimento nel mondo del lavoro.
E su tutti la possibilità di una vita da precario...
Quale futuro hanno tutti i nostri giovani ? quali sogni e speranze possono permettersi di coltivare ?

Ma il 'non esistono più quei bei futuri che c'erano una volta' vale non solo per i giovani ma anche per coloro che, anche se già inseriti stabilmente in una attività di lavoro dipendente, vedono sempre più e sempre più spesso (troppo spesso), lo spettro della
cassa integrazione e/o peggio, della perdita del lavoro. Che futuro vedono queste persone ? E se a perdere il lavoro è una persona che ha più di quarantacinque anni ? E chi è prossimo alla pensione e non sa quando ci potrà andare, e con quanto e se poi verrà pagata ?

'Non esistono più quei bei futuri che c'erano una volta' no ! decisamente non esistono più per nessuno.

Non so se questa sia la società che può aumentare la qualità della nostra vita. Io credo di no perché non è più possibile fare un progetto di vita solido ed i sogni e le speranze restano, appunto, sogni e speranze.

'Non esistono più quei bei futuri che c'erano una volta' appunto.

Link: http://www.0583.eu/cristofani/seconda.asp?a=2009&m=4&id_post=78
 
 
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