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01/03/2013 alle ore 9.57.59
Habtamu, 13 anni, morto di nostalgia
La storia di Habtamu è il dramma dell'amore che non salva, soprattutto quando la ferita che ci si porta dentro non ha nome. Aveva 13 anni, era di origini africane e si è suicidato pochi giorni fa. Era stato adottato nel 2007 insieme al fratellino, lasciando in Etiopia non solo fratelli maggiori e zii, ma anche una parte importante della propria storia. Era da tempo che tempestava i genitori adottivi di domande. Perché proprio io? Perché mi avete scelto? Perché non sono rimasto in Africa? Domande senza risposta, come capita spesso ai bambini che cominciano ad interrogarsi sul senso della propria vita. Domande che ci siamo posti tutti, perché non è facile capire quale sia il proprio posto nel mondo. Immaginiamoci allora quello che può succedere quando ci si ritrova in un altro Paese, e nella testa frullano i ricordi di un tempo in cui tutto era diverso. Chi sono? Perché mi trovo qui?

Habtamu non stava bene. Era già scomparso da casa un anno fa, per tornare in Africa. Era partito da un paese in provincia di Novara, dove era in vacanza con i genitori, e lo avevano ritrovato a Napoli, in partenza per la Sicilia. Si era informato su dove si trovasse l'Etiopia. Voleva sapere se fosse veramente tanto lontana. E poi se ne era andato via, senza niente, a parte una carta geografica dell'Italia nelle tasche.

Forse aveva solo bisogno di ritrovare le sue radici. Forse era oppresso dal senso di colpa, quello stesso di cui parla Primo Levi in uno dei capitoli più belli di I sommersi e i salvati: la vergogna per avercela fatta, a differenza degli altri; un senso di solitudine e di smarrimento per essere stato testimone dell'indicibile.

Pare che Habtamu fosse più maturo della propria età e che gli piacessero la solitudine e le lunghe passeggiate. Pare che i genitori adottivi l'amassero veramente tanto, e che quando un anno fa lo avevano riabbracciato dopo la fuga, fossero in lacrime per il sollievo di averlo ritrovato sano e salvo. Pare che la nostalgia e il mal d'Africa, però, tormentassero sempre di più il piccolo Habtamu.

È il dramma dell'impotenza, perché forse non si può fare quasi niente per chi ha deciso di andarsene. Anche quando lo si ama profondamente.

tratto da :
http://www.repubblica.it/rubriche/parla-con-lei/2013/02/26/news/habtamu_morto_nostalgia-53483237/?ref=DRC-2

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è così facile dire : 'ah, certo qui questa gente ci trova la manna.... trovano tutto quello che non hanno mai avuto' (qualche volta) ma non ci chiediamo mai cosa hanno lasciato dietro di loro. Quando guardiamo uno 'diverso' per strada pensiamo anche all'infinita tristezza che possono avere dentro per ciò che hanno perso.

Link: http://www.0583.eu/cristofani/seconda.asp?a=2013&m=3&id_post=184
 
 
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